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nendo quella parola che san Paolo dice d Anticristo: Qui
extollitur et adversatur supra omne quod dicitur Deus:
Ogni superbo si leva contro a Dio, o vero sopra Iddio: e
pruovalo. Iddio, dic egli, vuole che si faccia la sua volon-
tade; e così vuole l uomo superbo: ecco che vuole essere
equale a Dio. E vuole essere sopra a Dio: chè Dio vuole
che la volontà sua si faccia nelle cose giuste e ragionevo-
li: e  l superbo vuole che la volontà sua si faccia eziandio
nelle cose ingiuste e sconvenevoli, e in quelle cose che
sono contro a Dio. Ragionevolmente si dice dell uomo
superbo quello che d Anticristo: Extolitur et adversatur,
e quello che séguita: Egli si leva sopra Dio, ed è avversa-
Letteratura italiana Einaudi 189
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
rio e contrario a Dio. Ancora il superbo fa ingiuria a
Dio; ch egli s ingegna di tôrgli quello che Dio spezial-
mente si riserba; il quale dice per lo Profeta: Gloriam
meam alteri non dabo: Io non darò la gloria mia, dice Id-
dio, ad alcuno. E san Paolo dice: Soli Deo honor et glo-
ria: Solamente a Dio si dee dare l onore e la gloria. Con-
tro a ciò fa il superbo, in quanto vuole essere onorato; e
la gloria che Dio dice che non dà altrui, el superbo dice:
E io la mi tôrrò. La qual cosa fa quando dell opere sue
vanamente si loda e gloria, e desidera d esserne lodato
dalla gente; ch è tôrre l onore e la gloria ch è propia di
Dio. Onde san Gregorio, nel libro de Morali, dice: Co-
lui che loda quello ch egli fa, e attribuisce a sè quello
ch egli adopera, si conviene che niega la gloria di Dio, e
pare che questo cotale faccia guerra a Dio coll arme sue
ch egli gli ha date: e ciò interviene quando l uomo di cer-
ti beni e grazie che Dio gli ha date più che a molti altri,
se ne leva in superbia e vanaglóriasene; dond e dover-
rebbe essere più umile, e servire a Dio, come conoscente
e grato de servigi ricevuti. Così dice la Chiosa sopra
quella parola di Santo Iob: Tetendit adversus Deum erec-
to collo: Il superbo prende cagione di fare guerra a Dio
donde dovea prendere materia d umilmente servirlo.
Per le molte offese ch e superbi fanno a Dio, e gli ha in
odio: e come eglino spregiano Iddio, così egli spregia lo-
ro. Segno di ciò si è, che spesse volte egli gli abbatte, e
toglie loro lo stato e la signoria, eziandio in questa vita,
come a disutili e indegni; e pone in luogo loro, e in loro
dispetto e vergogna, persone povere e di vile condizione.
Così dice el savio Ecclesiastico: Sedes ducum superborum
evertit, et sedere fecit humiles pro eis: Iddio ha gittate per
terra le sedie, cioè lo stato e la signoria de duci superbi,
dove, indegnamente sedendo, reggevano; e ha fatto se-
dere nel luogo loro coloro che sono umili e dispetti e di
bassa condizione. Anche in segno che Dio gli ha in di-
spetto e a vile, spesse volte gli perquote e abbatte con vi-
Letteratura italiana Einaudi 190
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
li cose: come diviene alcuna volta quando alcuna perso-
na nobile e di stato abbia ricevuta alcuna onta ingiuriosa
o oltraggiosa villania da persona vile, non ne prende ven-
detta onorevole, o con le sue mani, avendo in dispetto la
vile condizione, ma farànne fare vendetta per un suo fan-
te con cosa fastidiosa e abbominevole, come sarebbe
uno strofinácciolo, o un ventre pieno, e simili cose. Così
fa Iddio de superbi, mostrando come egli gli abbia a vi-
le: come dice santo Agostino delle piaghe colle quali Id-
dio percosse Faraone, re d Egitto superbo, col popolo
suo, spregiatori de suoi comandamenti. Poteva Iddio,
dice santo Agostino, co leoni e cogli orsi domare e pia-
gare il popolo superbo; ma volle fare colle rane, colle
mosche e colle zanzare, acciò che con cose vilissime si
domasse l umana superbia. E se avviene ch alcuna fiata
voglia curare e sanare per sua benignitade gli uomini su-
perbi, con vili strumenti o rimedi medicandogli, cura la
loro infermità e la loro piaga: come dice san Gregorio,
che Dio lascia l uomo superbo, il quale, per alcune virtù
o bontadi ch egli abbia o che gli paia d avere, si leva so-
vra gli altri, questo cotale lascia Iddio cadere in alcuno
peccato vile e d infamia, acciò che confuso e vituperato
s aumilii. E di ciò parla bene santo Isidoro, il qual dice
nel libro del Sommo bene: Colui nel quale regna il vizio
della superbia, e non si sente, cade nel vizio della lussu-
ria della carne; e fa Iddio palese il suo peccato, acciò che
la confusione e la  nfamia del peccato brutto lo faccia ri-
sentire, chè prima era insensibile; e umilisi quegli che
prima era superbo. Il qual detto esponendo san Tomma-
so nella Somma, dice: In ciò si dimostra quanto sia grave
il peccato della superbia, che per correggerlo lo lascia
Iddio cadere negli altri peccati gravi: come fa il savio me-
dico, che per alcuna grave infermità lascia o fa lo  nfer-
mo cadere in una minore. E di ciò si potrebbono iscrive-
re molti essempli; de quali solo uno, per dire brieve, ne
porremo qui.
Letteratura italiana Einaudi 191
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
Leggesi nella Vita de Santi Padri, che fu uno mona-
co, il quale, dimorato lungo tempo nel diserto in grande
penitenzia e essercitato in molte virtudi non avea quella
umiltà che avere dovea coll altre grandi virtudi; ma
com era in grande oppenione della gente, così era in sè
medesimo, e tenevasi il maggiore degli altri. Ora, volen-
do Iddio umiliare la sua superbia, acciò che non perisse,
permise che fosse tentato, e dalla tentazione vinto. Onde
il diavolo si trasfigurò in abito e in figura d una femmina
giovane; e venendo di notte tempo alla cella di costui,
cominciòssi a rammaricare molto dolorosamente della
sua disavventura, dicendo com ella era capitata in quel
luogo diserto, e la notte oscura non le lasciava conoscere
la diritta via; e  l freddo grande, il quale mostrava con
continuo tremito, l affliggea; e la paura delle fiere salva-
tiche la sbigottia forte: e così, con lamentevoli voci e con
lagrimosi sospiri dicendo il male suo, pregava il santo
padre che non la lasciasse perire, e che per solo Iddio la
ricevesse in qualche canto della sua cella. Mosso il santo
padre a pietade e compassione di tanto cordoglio, prima
aprì la finestra; e domandando d appresso questa fem-
mina diavolo, o questo diavolo femmina, della sua fortu-
nosa condizione; e ella, vie più piangendo, dicendo la
sua disavventura; alla fine aprì l uscio e missela dentro.
Dove richiesta se volesse mangiare e rispondendo di no,
mostrava segni di grande freddura. Il santo padre racce-
se il fuoco: intorno al quale sedendo questa diavola, e
egli appresso di lei, ora isbavìgliando, ora prostedendo [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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